Essi ebbero il possesso sul castello e sul luogo fino al 1601, anche se il possedimento era diviso tra le tre linee genealogiche. La proprietà del castello era anche dei Roero, che avevano acquistato 1/16 fin dal 1446. A partire dal XVII secolo i Roero acquistarono altre quote del castello, tanto che ai Pelletta rimase soltanto 1/8. Lo stemma dei Roero
L'antico castello, del quale non si individuano più i resti, era stato costruito presumibilmente nel VI secolo come fortificazione, e venne fatto ricostruire dai Pelletta nella metà del XIV secolo, anche se essi non vi risiedevano che saltuariamente, lasciando l'amministrazione a un castellano.
La fortuna politica dei Pelletta, a causa delle lotte astigiane tra guelfi e ghibellini, li costrinse ad allearsi con i Visconti di Milano, così nel 1386 Gian Galeazzo Visconti inserì Cortanze con altri 13 paesi nella dote della figlia Valentina, sposa di Luigi d'Orleans. Sorse una contesa tra i Visconti ed il Vescovo di Asti, perché quest'ultimo aveva fatto dichiarare Cortanze 'feudo pontificio'. Soltanto nel 1422 venne ufficialmente riconosciuto il dominio del Vescovo.
Verso la metà del 1500 i fratelli Ercole e Tomaso Roero acquistarono dagli Scarampi le loro quote del castello, compresa la nuova ala appena costruita. Nel 1616 Tomaso acquistò dai Pelletta il Castello e il feudo enel 1622 venne nominato 'Marchese di Cortanze'.
Dal 1701 al 1703 il paese venne occupato dalle truppe dei Savoia e durante la guerra di successione austriaca da quelle francesi e poi spagnole. Le sorti di Cortanze furono però decise dal Vescovo di Asti che cedette, nel 1784, tutto il territorio a Vittorio Amedeo III di Savoia in cambio di un congruo stipendio e del titolo di 'principe'. Entrò così a far parte dell'allora Provincia di Asti e il marchese dovette pagare i tributi al re fino al 1796, quando subentrò il governo francese e poi quello napoleonico. Caduto Napoleone i Roero tornarono sotto i Savoia, seguendo la storia nazionale.